Teatro

Omaggio a Mario Del Monaco

Omaggio a Mario Del Monaco

La città di Treviso ed il suo teatro lirico dedicano al grande tenore Mario Del Monaco (Firenze 1915 - Mestre 1982) un grande concerto nel centenario della nascita.

Fiorentino per nascita, cresciuto e formatosi a Pesaro poi, ed infine veneto d'adozione per aver trascorso buona parte della vita nella quiete della villa di Lancenigo di Villorba, alle porte di Treviso, Mario Del Monaco è stato indubbiamente uno dei tenori più importanti e più amati degli anni '50-'70 del secolo scorso. «La sua voce, di prim'ordine e volume, nei registri inferiori ha colorito e vigore baritoneggiante, e in quello acuto una nitidezza ed una capacità d'espansione che, congiunte ad un fraseggio incisivo e generoso, sono state riallacciate alla tradizione dei tenori verdiani della II metà dell'Ottocento, non più provetti nel canto fiorito ma ancora in grado di affrontare le tessiture di Meyerbeer o del Guglielmo Tell», commenta Rodolfo Celletti nel dizionario Le grandi voci. Al che si potrebbe aggiungere che nell'incessante ricerca di volume, nel colore e nobiltà d'espressione del registro centrale, accompagnati da una certa enfasi declamatoria, si ravvisa anche una palese eredità dei dettati veristi, filtrata dalla sua intelligenza musicale. Per questo la voce di Mario Del Monaco, brunita come il bronzo e salda come il granito, e cui si adatta perfettamente il termine di 'tenore lirico-drammatico', si inserisce a pieno diritto tra quante hanno scritto la storia dell'opera nella seconda metà del secolo scorso. Sin dalle prime clamorose affermazioni nel Secondo Dopoguerra in patria (La Scala, Opera di Roma) ed all'estero (Covent Garden di Londra), suscitò ammirati entusiasmi che trovarono conferma nel progredire della carriera: in questo senso restano memorabili molte sue interpretazioni, offerte in quel periodo di grazia racchiuso tra due interpretazioni di Otello, il personaggio più amato: tra la prima cioé di Buenos Aires nel 1950 diretto da Antonino Votto, e la storica incisione Decca sotto l'ala tutelare di Von Karajan (1961). Un decennio circa dove risplendono molte altre preziose testimonianze sonore: l'Aida con la bacchetta di De Fabritiis (Città del Messico 1951), La Wally condotta da Giulini (La Scala 1953), La forza del destino e La fanciulla del West di Firenze (1953 e 1954, direttore il grande Mitropoulos), Otello, Andrea Chénier e Norma (La Scala 1954-55, tutte con Votto), Il trovatore inciso sotto la guida di Alberto Erede per la Decca (1956), Ernani e Carmen ancora con Mitropoulos (la prima al Maggio Fiorentino nel 1957, l'altra al Met l'anno dopo), Sansone e Dalila con Fausto Cleva (Met 1958). Per finire in gloria con Tosca diretta da Molinari-Pradelli e Cavalleria rusticana diretta da Serafin, due registrazioni in studio del 1959 e 1960. Sono esecuzioni attestate tutte da registrazioni più o meno ufficiali, che stanno a testimoniare le sue eccellenti doti interpretative; negli anni seguenti analoghe fonti rivelano purtroppo un lento declino vocale, non certo rallentato dai tanti Otello, Sansone, Manrico, José, Turiddu interpretati un po' ovunque con (troppa) generosa prodigalità. Resta però per noi inspiegabile perché questa eccezionale struttura vocale abbia eluso quelle figure da heldentenor wagneriano che le sarebbero invece calzate a pennello, garantendole fama ancora maggiore vista la penuria, in quegli anni, di rivali che potessero contrastare il passo. Ad ogni modo, la presa su un devoto pubblico di fans non verrà mai meno, sino al definitivo ritiro dalle scene, dovuto a gravi problemi di salute, sei anni prima della morte avvenuta a Mestre il 16 ottobre 1982.
Da qualche tempo la città di Treviso gli ha intitolato con grato affetto l'antico Teatro Comunale, e gli ha dedicato una statua nella centralissima Piazza Borsa: una grande scultura bronzea che lo ritrae nelle vesti del Moro di Venezia, le stesse che rivestivano la salma tumulata - secondo il suo desiderio - nel cimitero di Pesaro. La comunità trevigiana lo voluto ricordare poi, nel centenario della nascita, con una mostra fotografica e documentale allestita nel Municipio di Villorba, e due concerti lirico-sinfonici estivi, uno tenutosi sempre colà in Villa Giovannini il 27 luglio, ricorrenza della sua nascita; l'altro coincidente con il tradizionale Concerto dell'Assunta in Piazza Madonna Granda a Treviso, il 15 agosto. Infine, il teatro che ora porta il suo nome gli ha voluto dedicare in apertura della stagione lirica 2015/2016 e nella data della morte, un terzo grande concerto commemorativo, convocando in palcoscenico l'Orchestra Filarmonia Veneta condotta dal suo direttore artistico Francesco Ommassini, ed in veste di solisti Tiziana Caruso e Rudy Park. Impegnati i primi nelle sinfonie da La forza del destino e Norma, nell'Intermezzo da I pagliacci e nel preludio dal terzo atto della Carmen; e i secondi in arie e duetti di Verdi (Aida ed Otello), Puccini (Tosca, Manon Lescaut, Turandot), Giordano (Andrea Chénier) ripercorrendo idealmente alcuni titoli e personaggi affrontati dal grande Mario Del Monaco durante la sua carriera. Interprete completa, come sempre intensa ed espressiva il soprano catanese, Tosca ed Aida ineccepibili; personalità estroversa e vocalità sin troppo generosa in squillo e potenza quella del tenore coreano,  bisognosa di briglia più stretta. Caloroso successo di pubblico, anche se la sala non era così affollata come l'evento avrebbe meritato.

(visto a Treviso, 16/10/2015)